“Nunc vino pellite curas” (Affogate nel vino gli affanni) - Orazio, Odi I, 7.
Mai come in questo periodo il vino il cui componente insieme all’acqua
è l’alcol etilico è sotto i riflettori, bombardato un po' da tutte le parti, capro
espiatorio di tutti mali passati presenti e futuri…
Sgombro subito il campo da ogni equivoco: l’alcol etilico FA MALE!!!!
Ma non voglio aggiungermi al coro dei pro o
dei contro, ma basta farsi un giro in rete per leggere le più disparate
opinioni supportate da diversi studi scientifici . Personalmente non mi
interessa in questo contesto volevo condividere con voi questo studio
scientifico portoghese che dà un punto di vista un pochino diverso sui
possibili effetti positivi del vino: “The power of Dionysus—Effects
of red wine on consciousness in a naturalistic setting”.
L’ho
tradotto riassunto e scremato dalle parti che, a mio avviso, sono ripetitive o
troppo tecniche o non funzionali allo spirito del mio blog, lascio comunque
tutti i link che riportano all’articolo originale per chi volesse approfondire.
Ricordiamo che già per i Greci il simposio, bere insieme a conclusione del banchetto, aveva come fine oltre il rinsaldare vincoli di affetto e di amicizia anche quello di consentire allo spirito di varcare le soglie spazio-temporali e di pervenire alla conoscenza ispirata dal mistero delle cose.
Gli autori partendo dall’assunto che, tra i
bisogni umani comuni, c'è la ricerca di piacevoli stati alterati di coscienza
da intendere, nell’accezione di una temporanea gioiosa trascendenza dallo stato
mentale ordinario, hanno esaminato in uno studio naturalistico (chiarirò più
avanti il senso del termine) gli effetti
di una dose moderata di vino rosso. Ai partecipanti era stato chiesto, senza
nessun limite di tempo, di bere due bicchieri (18,5 cl. ciascuno) di un Syrah
Riserva portoghese 2018, con 14° di alcol (≈ 20,49 g
di etanolo ciascuno). La scelta di questo particolare vino è stata fatta perché il vino in questione è fatto con un vitigno
internazionale proveniente da un terroir “caldo”, dove le uve hanno una
maggiore maturazione. Ciò consente la produzione di vini setosi, corposi e con
un grado di acidità minore, che piacciono alla maggior parte delle persone.
Ai centodue
partecipanti tra i 20 e i 40 anni, riuniti in un enoteca di Lisbona, che bevessero
da soli, in coppia o in gruppi fino a sei persone, è stato richiesto di non
aver consumato alcol né droghe psicoattive prima e durante lo studio e di non aver
consumato altre bevande (ad eccezione dell'acqua) a causa dell'interferenza sul
sapore, di non utilizzare smartphone o
altre tecnologie a causa dell'interferenza che questi potrebbero causare
sull'attenzione e sulla fruizione dell'esperienza degustativa, nonché sulla percezione del
tempo che è una variabile di interesse dell'esperimento stesso.
“Studio naturalistico” perché esistono
ricerche che indicano che bere vino nelle enoteche o in luoghi “naturalistici”
genera un'esperienza soggettivamente diversa da quella che si verifica quando
si beve in laboratorio o in altri contesti non naturalistici. Bisogna
premettere che tra i vari effetti l’etanolo è una sostanza sedativa in gran
parte a causa della sua azione sul sistema GABAergico, e provoca anche il rilascio di dopamina nel
cervello che lo fa agire in una certa
misura come stimolante, specialmente a dosi moderate.
Gli
autori si sono avvalsi della ”somministrazione” di test che tramite una serie di scale (Psychometric Evaluation of the Altered States of Consciousness Rating
Scale (OAV) valutava prima,
durante e dopo l’assunzione di alcol, le sensazioni soggettive e di variazione
di cambiamenti della coscienza. Il vino rosso ha aumentato il piacere della
convivialità, ha diminuito la consapevolezza del tempo, ha rallentato il
passaggio soggettivo del tempo, ha aumentato il focus dell'attenzione sul
momento presente, ha diminuito la consapevolezza del corpo, ha reso
l'immaginazione più vivida e l'ambiente più affascinante. Quella quantità di
vino rosso (con 40,98 g di etanolo) ha migliorato l'umore, ha diminuito la
consapevolezza del tempo e aumentato le segnalazioni di tempi che passano più lentamente. Aumentava
la consapevolezza del momento presente diminuendo la consapevolezza dei ricordi
passati e delle aspettative sul futuro. Faceva passare i pensieri più
lentamente e diminuiva la consapevolezza del corpo. Secondo il presente studio,
il vino rosso, consumato in quantità moderata in un luogo confortevole, induce
stati psicologici caratterizzati da beatitudine, focalizzazione dell'attenzione
sul momento presente, un ammorbidimento della differenziazione tra sé e
ambiente, elaborazione di idee originali,
e intuizioni, i risultati confermano anche il ruolo del vino rosso come
importante elemento di edonismo, socializzazione e relax.
Inoltre è stata posta l’attenzione anche sugli effetti sull’età: l'età avanzata era correlata a maggiori aumenti del piacere, l'età più giovane è correlata a un maggiore aumento del fascino per l'ambiente dell'enoteca, cioè più anziani erano i partecipanti, maggiore era la tendenza a riferire maggiori aumenti di piacere durante l'esperienza di bere il vino. L'età era inversamente correlata con il cambiamento di significato delle percezioni cioè più giovani erano i partecipanti, maggiore era la tendenza a riferire che l'ambiente diventava più affascinante bevendo il vino. Inoltre una cosa abbastanza curiosa notata dagli autori è stata il differente comportamento rispetto alla musica ascoltata durante la degustazione cioè la musica di sottofondo può influenzare il gusto del vino e aumentare la piacevolezza dell'esperienza gustativa portando a un maggiore apprezzamento dell'esperienza degustativa. Ci sono diversi motivi voluttuari (l’abuso è un’altra cosa) per bere bevande alcoliche, far fronte a uno stato d'animo negativo, per migliorare un umore positivo, per facilitare la socializzazione o parafrasando Charles Bukowski “Quando sei felice bevi per festeggiare. Quando sei triste bevi per dimenticare, quando non hai nulla per essere triste o essere felice, bevi per fare accadere qualcosa.”
ribadendo ciò che ho scritto all’inizio va ripetuto con forza: L’ALCOL FA MALE…..ma…..ma….i portoghesi ci hanno fornito un piccolo spunto di riflessione…come diceva Eduardo Hughes Galeano “Siamo tutti mortali fino al primo bacio e al secondo bicchiere di vino.”
Link: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8425548/
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